Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

( nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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23 aprile 2019

  

Presentazione del Manuale di Autodifesa Legale (MAL) – sezione Napoli Sanità del P.CARC

  

Cari compagni,

venuti a conoscenza della vostra iniziativa di oggi, abbiamo deciso di inviare un nostro contributo al dibattito data l’importanza della tematica: la lotta alla repressione. Inoltre, abbiamo preso questa iniziativa per esprimere la nostra solidarietà e il nostro sostegno al compagno Ciro Imperato, oggetto di un procedimento giudiziario da parte degli apparati repressivi della Repubblica Pontificia perché ritenuto “colpevole” di attività di propaganda comunista. Questo è infatti il reale motivo del procedimento.

L’accanimento del nemico contro Ciro mostra, conferma una cosa: la propaganda comunista per il nemico è pericolosa, perché infonde fiducia nelle masse popolari e spinge, incoraggia, sostiene gli elementi migliori delle masse popolari a mobilitarsi e ad organizzarsi. E in guerra la fiducia nella possibilità di vincere è una spinta potente, un elemento fondamentale. Per questo motivo affermiamo che la propaganda comunista è un’arma di guerra, tanto più incisiva quanto più la usiamo su ampia scala, veicolando parole d’ordine giuste alle masse popolari, concentrandoci in particolare sugli operai e sui lavoratori delle aziende pubbliche e combinandola con la loro mobilitazione e organizzazione per occuparsi del destino della loro azienda e contribuire al cambiamento del paese!

La borghesia imperialista, compagni, ha paura di un nuovo 25 aprile e opera per cercare di evitare che il movimento comunista cresca e si sviluppi, che torni ad essere guida della classe operaia e delle ampie masse popolari nella lotta contro il capitalismo, per il socialismo.

Il nemico non è invincibile e onnipotente: bando al disfattismo! Il nemico ha un “tallone d’Achille”, un punto debole di cui non può liberarsi: le masse popolari. La borghesia imperialista per governare il paese ha infatti bisogno del sostegno o comune delle rassegnazione di un’ampia parte delle masse popolari. Ma le masse popolari, come ha mostrato in grande l’esito delle elezioni del 4 marzo 2018 e come mostreranno anche le elezioni europee, non hanno più fiducia nei partiti che per quaranta anni hanno governato il paese portando avanti il “programma comune” di lacrime e sangue della borghesia: il Partito Democratico e il Partito di Berlusconi. Il distacco che esiste tra le masse popolari e questi partiti rappresentanti degli interessi della borghesia è profondissimo. Altro che “situazione nera”, compagni: la situazione è molto favorevole allo sviluppo della nostra azione!

Nel nostro paese la repressione è in aumento. Questo dato significa principalmente una cosa: la borghesia ha paura delle masse popolari, teme che il malcontento per il suo operato cresca e metta a repentaglio il suo dominio. Questo è un punto fondamentale, da non perdere assolutamente di vista: la repressione non è un segno di forza del nemico, ma di debolezza!

La repressione, compagni, è inevitabile. Chi vuol cambiare le cose non può prescindere da questo. Bisogna essere contro la repressione, non temerla, combatterla e rovesciarla contro il nemico. Quando il nemico attacca, se l’organizzazione resiste e contrattacca facendo un’ampia campagna di denuncia e mobilitazione, limita lo sbandamento   nelle sue file, aggrega nuove forze e diventa un punto di riferimento per quanti sono contro lo stato presente delle cose: per questo bisogna combattere e non piagnucolare!

La borghesia reprime per far valere i propri interessi contro i lavoratori e prolungare la vita del suo sistema di privilegi, di prepotenze, di ingiustizie e di barbarie. Ma è possibile rivoltare contro di essa la repressione. La borghesia inganna le masse popolari, cercando di far credere che il sistema capitalista è un sistema di giustizia, di libertà e di eguaglianza. Denunciare la repressione serve a far conoscere alla massa delle popolazione la realtà che sta dietro la maschera, a incoraggiare alla solidarietà e all’unità, a far comprendere a ogni lavoratore che non è una questione sua individuale di povero disgraziato colpito dai padroni. La solidarietà è un’arma potente: rivolta la repressione contro i padroni e a chi è solidale fa capire come va il mondo.

Il (n)PCI è un partito clandestino. Esso è il retroterra sicuro per tutte le organizzazioni pubbliche, perché 1. con la sua esistenza scoraggia gli attacchi del nemico nei confronti delle organizzazioni pubbliche (se il nemico estende la repressione, conferma che è giusto organizzarsi clandestinamente), 2. crea le condizioni per affrontare efficacemente la repressione e rivoltarla contro il nemico (il partito clandestino non può essere distrutto dal nemico e non si fa legare le mani dalle sue leggi), 3. infiltra suoi uomini negli apparati repressivi del nemico, 4. crea le condizioni per avanzare nella lotta per il socialismo indipendentemente da quale sarà l’azione del nemico (ricorso alla strategia della tensione, alla guerra civile, ecc.).

Uno dei compiti del (n)PCI è ridurre gli effetti negativi della repressione sulle organizzazioni popolari e di rivoltare contro il nemico i suoi attacchi, rafforzando la combattività e l’organizzazione delle masse popolari. Il (n)PCI farà del suo meglio, compagni, per sostenere la vostra lotta contro la repressione, per rafforzarla e per contribuire alla sua vittoria! Allo stesso tempo, la nostra azione sarà tanto più efficace quanto più nuovi compagni si uniranno a noi ed entreranno a far parte delle nostre file, costituiranno Comitati di Partito clandestini nelle aziende capitaliste, nelle aziende pubbliche, nelle scuole, nei quartieri!

  

Non temere la repressione ma rivoltarla contro il nemico!

Osare lottare, osare vincere!

Avanti nella Rossa Primavera, compagni!

Un saluto a pugno chiuso a tutti voi!

  

Il Comitato Centrale del (n)PCI